La regione della Giordania conosciuta come Wadi Rum è costituita da una serie di vallate (wadi appunto) larghe un paio di chilometri che si estendono da nord a sud per circa 130 chilometri. Una grande spaccatura della superficie terrestre è stata la causa delle tante dorsali dalle forme più varie che dominano le vallate (già a 1000 metri di quota), cosparse di soffice arenaria formatasi dall’erosione di 50 milioni di anni.
Ovunque, in questo luogo senza tempo, ci sono tracce della presenza umana. L’area era già abitata in epoca preistorica, a partire dal periodo neolitico, ed era conosciuta come Wadi Iram. Ceramiche e graffiti testimoniano della presenza umana precedente alla colonizzazione da parte dei Nabatei, un popolo nomade proveniente dall’Arabia occidentale insediatosi nel IV secolo a.C. e che edificò Petra. Nel 1933 venne scoperto un tempio nabateo ai piedi di Jebel Rum, la vetta più alta della regione (1754 metri), ma gli scavi furono ultimati solo nel 1977.
Il deserto di Wadi Rum è storicamente noto anche per essere stato il quartier generale del Principe Feisal bin Al-Hussein e di T. E. Lawrence durante la Prima Guerra Mondiale, per combattere la rivolta araba contro l’Impero Ottomano. Lawrence divenne una figura leggendaria per il ruolo chiave che ricoprì a favore della causa araba e a lui è dedicata la sorgente appena dietro il tempio nabateo (Lawrence Spring). La montagna conosciuta con il nome I Sette Pilastri della Saggezza fu così chiamata da Lawrence, che ne trasse ispirazione per il titolo della sua opera omonima, in cui vengono narrate tutte le sue avventure.
Nonostante il territorio arido Wadi Rum ospita un complesso ecosistema, composto da rari esemplari di animali e piante. Papaveri, anemoni rossi e iris neri, il ragno cammello (innocuo per l’uomo), e una ricca avifauna, con 110 specie avvistate. Il cuore di Wadi Rum è il villaggio di Rum, al centro del quale si trova la Governament Rest House. I servizi per i turisti sono a dir poco essenziali. È da segnalare che in tutta l’area non esistono uffici di cambio né bancomat e se si ha intenzione di trascorrere solo una giornata è più economico acquistare acqua e cibo altrove.
Una delle attrattive di Wadi Rum sono sicuramente gli uomini della Desert Patrol, la pattuglia creata negli anni ‘30 per controllare le tribù ribelli e i confini, e che ogni tanto recuperano anche qualche turista smarrito. Perfetti ambasciatori del loro paese, indossano bellissime uniformi (divisa lunga color kaki, pugnale alla cintura, fucile a tracolla e kefia) e abbandonati da tempo i cammelli si muovono con mezzi corazzati azzurri con mitragliatrici montate sul retro. Nonostante le apparenze gli uomini in servizio al forte sono gentili e disponibili a soddisfare qualche curiosità.
A Wadi Rum non ci sono alberghi e campeggiare è l’unica alternativa. Dietro la Governament Rest House si trovano sei tende in un polveroso campeggio che dispone però dei servizi essenziali per restare qualche giorno. In alternativa si può trascorrere la notte sul tetto della Rest House, sicuramente un’esperienza indimenticabile, ma bisogna essere preparati alle zanzare e alla temperatura che di notte, in qualsiasi stagione, scende anche fino a 0°C.