Una manciata di isole sopravvissute all’Atlantico 65 milioni di anni fa. Quattro mila chilometri quadrati spazzati dagli Alisei, dove si gioca un’eterna lotta tra deserti e vegetazione, spiagge finissime e colate vulcaniche. E dove le atmosfere malinconiche della saudade si confondono con la cultura dell’Africa nera e gli echi trascorsi del dominio inglese.
Dieci isole principali e 8 tra isolotti e scogli formano l’arcipelago di Cabo Verde, sospeso in mezzo all’oceano a 450 chilometri dal Senegal. Furono i navigatori portoghesi, attorno al 1460, a sbarcare per primi sulle coste di Cabo Verde che in breve tempo diventa una fra le più importanti riserve di schiavi per il Nuovo Mondo. Da allora secoli di dominazioni fino all’indipendenza, ottenuta nel 1975.
Il nostro viaggio inizia dall’aeroporto internazionale dell’isola di Sal, costruito nel 1939 grazie ai contributi dell’aviazione italiana che lo utilizzò come scalo per i primi voli transoceanici. La ricchezza di sale caratterizza l’isola e le dà il nome. Il punto più suggestivo è senz’altro la laguna di sale di Pedra do Lume, ricavata nel cratere di un vulcano ormai spento, dove il sale, l’oro bianco di un tempo, viene oggi sfruttato per la talassoterapia. Ma da provare è anche l’ebbrezza di un tuffo: grazie alle alte concentrazioni saline anche il peggiore fra i nuotatori può restare a galla senza fatica…
Sal è anche il tempio delle onde e dei surfisti, grazie agli Alisei, i venti che soffiano sull’isola tutto l’anno. Tappa obbligata per gli amanti del mare è invece la Buracona, una piscina naturale dove le acque assumono tonalità cangianti di straordinaria bellezza, così come nelle località di Fontona e Danfior. Mentre il porto di Santa Maria brulica di pescatori pronti a vendere ai turisti pesci serra, tonni pinna gialla, pesci rondine, barracuda, persino qualche piccolo squalo, frutto delle incursioni delle piccole piroghe a una pagaia che prendono il largo più volte al giorno.
Ma è nelle profondità del mare che Sal svela le sue ricchezze migliori. Un paradiso sommerso a disposizione degli amanti del diving. Dal silenzio dei fondali alle musicalità che riecheggiano sull’isola al calar della sera. Nei locali notturni che affollano i porticcioli di Sal si possono apprezzare tanto le frizzanti sonorità della fumana, quanto le nostalgiche melodie della moma, dove il blues americano si perde nella malinconia tipica del fado portoghese.
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