Il viaggio in terra tunisina è stato il primo viaggio a ‘pacchetto organizzato’ da me realizzato. Quell’anno, infatti, mi ero rivolto ad una agenzia di viaggi per un tour tutto compreso di due settimane, ma arrivato in loco mi sono subito sentito a disagio nelle vesti del turista ‘stile giapponese’ scarrozzato a destra e a manca. Tuttavia, per un primo approccio ad uno stile di vita diverso dal modus vivendi ‘occidentale’, ho preferito affidarmi ad un’agenzia (soprattutto per la sistemazione alberghiera) per evitare spiacevoli inconvenienti e brutte sorprese. In Tunisia ci sono molti alberghi e pensioni per tutte le tasche ma quelli che davvero offrono un servizio discreto, a mio parere, sono quelli dalle 4 stelle in su.
La Tunisia si può dividere, per sommi capi, in due distinte zone geografiche e paesaggistiche: a nord c’è la Tunisia mediterranea dove si ergono i monti boscosi, le colline di uliveti e le siepi di fichi d’india; mentre a sud ci sono le prime distese steppose che, 600 km più giù, si uniscono al deserto del Sahara: una regione incantevole, macchiata qua e la da stupende oasi verdi e tradizionali villaggi berberi. Nel mezzo i grandi “chott” (laghi salati) di el Djerid, el Gharsa ed el Fediaj dividono e separano i due differenti paesaggi.
Monastir
In questa cittadina, affacciata sul mar Mediterraneo, ho soggiornato presso un buon albergo a 4 stella ed è proprio da qui che sono partito per le varie escursioni all’interno del Paese. Monastir, è una località abbastanza vivace, soprattutto la sera; tuttavia non offre moltissimo per quanto riguarda il divertimento e le attrazioni artistico-culturali. I tunisini, come capita anche da noi in molte località turistiche, si limitano a passeggiare tra le vie del centro mangiando un gelato o bevendo una bibita. A Monastir si viene volentieri soprattutto per il mare e per le sue belle spiagge di sabbia, non di certo per fare vita notturna. Per quanto riguarda i monumenti, il più importante è sicuramente il Ribat, che ospita un museo con splendidi manoscritti, papiri arabi, ceramiche, gioielli e monete. La costruzione, circondata parzialmente da un’antica cinta merlata, si erge ancora in tutta la sua austera bellezza. Meritano una visita anche la grande Moschea, il cimitero (molto diverso da quelli a cui siamo abituati noi) e la piccola moschea Saida.
L’entroterra e il deserto
Kairouan
E’ un’antica città ricca di edifici e monumenti. Kairouan, che si è opposta alla laicizzazione, alle donne senza velo, alla soppressione del digiuno del Ramadan, è considerata il centro spirituale del Maghreb orientale, è infatti meta di pellegrinaggi, ma è anche la città regina del tappeto. La sua Medina è diversa da tutte le altre: posta nel cuore delle attività economiche, non è un monumento per turisti bensì il vero cuore pulsante della città.
El Jem
In questa località, che occupa il luogo dove un tempo sorgeva una fiorente colonia romana, vi rimane la mole del gigantesco anfiteatro (alto 36 m. con tre ordini di arcate) uno dei “colossei” più grandi costruiti dai Romani nell’intera area mediterranea (e uno dei meglio conservati).
Matmata
Questa è una città tipicamente berbera abbastanza incontaminata se non fosse per le incursioni un po’ troppo invadenti da parte dei turisti (me compreso) che arrivano in pullman o in cammello ad importunare la popolazione berbera fin sull’orlo delle loro abitazioni. Qui le donne raramente sono coperte dal velo, ma la loro riservatezza è identica a quella delle donne arabe più integraliste. Nei dintorni esistono altri villaggi trogloditici così ben mimetizzati nel paesaggio che difficilmente si distinguono a prima vista (e in effetti nel passato servivano proprio a questo: a nascondersi dagli arabi)
Gafsa
E’ una vivace città dall’impronta sahariana, poco turistica e perciò tanto più autentica nel suo trafficare quotidiano; ha un pittoresco centro artigianale (dove si intessono i tipici arazzi) e le attrazioni più importanti sono le piscine romane e la restaurata casbah. A non poca distanza da Gafsa si trova lo “Chott El Djerid”, il grande lago salato. Il paesaggio dello chott è speciale: sopra la crosta salina l’occhio può captare il fenomeno inquietante dei miraggi. E’ davvero uno spettacolo!
Mangiare
Tra i piatti tipici e gustosi della cucina tunisina, oltre al conosciutissimo “cous cous” (semola al vapore con spezzatino di carne e verdure) vi consiglio la “mechouia” (bocconcini di tonno e uova sode in salsa piccante), il “brik” (sfoglia fritta ripiena di uova, carne e formaggio), la “idjja” (gnocchetti piccanti di carne e pesce) o il “chorba” (zuppa a base di agnello). Da provare le specialità di pesce ripieno, i gamberetti, le seppie e i polipi, i vari formaggi locali o gli squisiti dolci. Per uno spuntino potrete scegliere i “malaò” (paste ripiene di datteri) o i “cassecroute” (palline di formaggio, tonno, pomodoro e cipolla).